Mio padre e le mani sudate,
graffiate dal tempo e dalla pioggia innaffiate,
mio padre e lacrime malcelate,
scese leggere sul volto e spente fra labbra serrate.
Mio padre e il vento in poppa,
risa e spintoni per cucire la toppa dei suoi pantaloni,
mio padre e il vento d’estate che brucia la pelle,
la notte e la casa, il freddo d’inverno e luce di stelle.
Mio padre e un lavoro senza padrone
a rincorrere in strada un pezzo di pane per farne un boccone
da spartire nel sacro rifugio del casolare,
mio padre e il mare, tempesta e quiete,
vascelli e lampare e mosti affamati di sete.
Mio padre ed io
liti continue, fughe e ritorni,
parole sprecate e silenzi per giorni,
viaggi folli vissuti con occhi fanciulli,
strade vecchie calpestate da scarpe a brandelli,
e qualche minuto strette le mani per non sentirci lontani.