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Vernice



Non aveva diec’anni, mani già fatte d’uomo
rovistavano ferro, “che era in fondo lavoro”
gli diceva sua madre nel sospiro dell’alba,
quando il triste fragore di un giorno a venire
s’insinuava, strisciando, nella testa del bimbo.
Non aveva vent’anni e già un figlio da cinque
in una stanza la casa, le tenaglie la vita,
cresciuto in un soffio s’era perso il mattino
ché il respiro affannato gli graffiava la gola.
Con voce dimessa arrivò a dire trenta,
come un gioco d’infanzia, balbettando parole,
fiero sguardo di padre, la richiuse negli occhi,
battezzato vernice nel ricordo di tutti.

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