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Lettera dai resti di una cena e piatti da lavare, in un silenzio che sorride, perchè non ha bevuto abbastanza



Un pasto freddo di sere trascorse,
da consumare ancora, senza troppa fame,
fondo di bicchiere lasciato a ricordare,
che vino non ho più, e ne dovrei comprare,
ma non so che farmene in questa casa
che non ha parole,
e non trattiene l’eco delle mie bestemmie.
Le nostre strade camminano sullo stesso tempo,
e sono luoghi distanti, amico mio.
Indossiamo vestiti stretti,
sgualciti, sudati dalla fatica di un giorno
che ci mangia il culo e piega ogni ambizione,
vestiti tirati sul collo nelle sere d’inverno
che spengono sulla pelle ricordi trascorsi
troppo in fretta per non lasciarci canzoni
troppo veloci per essere adesso.
Così fisso lo specchio
e ti vedo per quello che sei
e mi scopro per quello che sono
sopravvissuto a me stesso
nel domani che verrà.

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