E sono voci
piegate sulle ossa,
lasciate a terra o da terra sollevate,
carezze nel dolore
sussurri oltre le lacrime,
assenze,
vuoti profondi a lacerare abissi.
E siamo voci,
sovrapposte, in attesa,
a schermire il silenzio con sorrisi,
intervalli diatonici,
salgono,
s’alzano,
s’ergono a superare orgasmi di paure.
Restiamo voci
nell’infinito spazio aperto,
echi di esistenze
a dipanarsi
come fioco lume nelle tenebre
in cerca di un tenue bagliore,
quale via di un cammino vissuto.