Memorie di un giovane medico – Michail Bulgakov, 2017 – Marcos y marcos, pp 208 – € 13,00.
In nove racconti Bulgakov narra le vicende, su base autobiografica, di un giovane medico, appena laureato che viene spedito come un pacco postale in una fredda regione dell’immensa Russia a farsi le ossa sulla pelle, il sangue e la carne della popolazione di un piccolo e sperduto villaggio. Nelle storie, che alla fine di tutto, costituiscono una sorta di romanzo ad episodi, con una finissima ironia e altrettanto pathos, Bulgakov racconta delle paure e le insicurezze di un medico di fronte a casi che ha solamente studiato sulla carta e si presentano davanti ai suoi giovani occhi poco avvezzi alla vita e ancor più alla morte. Intere pagine di casistica che assumono volti e voci tremanti. Nelle sembianze di una giovane con la gamba maciullata, nelle fattezze minute di una donna che sta per partorire, nel rubicondo aspetto di un uomo che non sa di morire e pertanto non lo comprende. C’è un calore insolito, familiare e rassicurante nelle voci che s’intersecano e passano di vicenda in vicenda, restituendo al lettore un’umanità fraterna.