Gli sdraiati
– Michele Serra, 2015 – Feltrinelli – pp. 108 – € 7,50.
Un padre ansioso, patologicamente forse. D’esserlo padre. Di essere distante dal figlio. Un giudice. Che dall’alto della sua esistenza considera spocchiosamente (cifra stilistica che impregna la scrittura di Serra) quella del figlio, ma sopratutto della generazione che lo include, particolarmente trasandata, sciatta nell’apparire così come nell’essere. Non scorge impegno, il padre, stimoli, ambizioni. Nel figlio. Il solito dualismo padre/figlio, scritto senza infamia né lode da Serra. Il testo arranca, come il protagonista sull’erta verso cui approda finalmente col figlio in un patetico immaginario ricongiungimento delle distanze generazionali. Sebbene composto da poche pagine, appare interminabile, pesantuccio.