Suite francese ••••
– Irene Nemirovsky, 2015 – Garzanti – pp. 415 – € 7,00.
Il romanzo di una storia, la storia di un romanzo. Sessant’anni. Decine e decine di fogli, minute vergate fittamente da una mano in fuga. Mentre la bestia avanza e prevale. Rinchiude, conduce verso la morte. Il nazifascismo, la soluzione finale, cui ancora qualcuno s’ostina stoltamente a non credere. E una donna. Con l’anima dentro una valigia, consapevole che ormai per poco potrà trattenere la sua in corpo. Sessant’anni di silenzio, con l’oblio che lambisce il destino di una storia, e la storia nel suo destino. Poi la scoperta. Le figlie di quella donna, della scrittrice d’origini russe, ebrea – come tutte le ebree confinate alla morte in quel ratto di dignità perpetrato dai nazisti – che tirano fuori da una valigetta pagine e pagine, credute per anni diario, difficile da ricordare, difficile da affrontare per chi ha perduto le radici. E invece, meravigliosa scoperta, una storia, più destini, che come l’autrice smettono ad un certo punto d’andare avanti, per ciò che era in principio l’idea.
La guerra, la grande guerra, la fuga, l’occupazione, la complicità, la quotidianità. In un romanzo che è più d’una storia, il suo destino.