Il viso scolpito dal tempo
con cicatrici e rughe
testimoni di estenuanti cammini,
di ritorni e fughe.
Gli occhi scavati, infossati nel blu
di un colore svanito,
lasciato in qualche antro sperduto.
Le labbra scalfite, bruciate dal sole,
trattengono a stento
bestemmie e sproloqui
lanciati di fronte al bivacco
che ha raccolto i suoi spettri stanotte.
Il pastrano sgualcito,
scovato nel fondo di un solitario anfratto
conserva gelosamente
fatiche e speranze
che a lungo ha nascosto
e che, come farfalle,
spiccavano il volo dalla sua mano
nei pomeriggi annebbiati da antichi effluvi,
lasciandolo in compagnia di un’amante
fedele, silenziosa e assente.
Ancora adesso
continua a bere e resta
immobile a fissare il viso riflesso nell’acqua,
quel viso scolpito dal tempo,
quel tempo che in fondo non è un grande artista.