Alla rugiada che rende leggeri i passi,
mentre il candore del mattino vela lo sguardo,
marinai in balia del tempo,
e strade che scivolano sotto i piedi,
Al vento che stanco si nasconde tra gli alberi
e li gonfia, li sbatte, li piega;
in un amplesso senza piacere
lamenta una solitudine che non ha parole.
All’eco che ripete piano memorie
destinate a morire come cani sull’asfalto,
mentre il sangue lava la strada,
e grida, e grida, e grida
la cagna sul campo che ha perduto l’amore,
e cerca una luna lontana
che non ha neppure il coraggio di farsi vedere,
e chiede, la cagna, al silenzio del bosco
perché a lei e quel destino veloce
ha scelto di correre più del suo amore,
Alla gente che passa e continua il cammino
e non piega il rancore al latrare straziato,
alla gente che in fila andrà a pagare alla cassa,
alla gente che in fila entrerà nella fossa,
Alle lacrime asciutte di chi ha pianto per nulla,
ha tradito per poco e s’è pentito mentendo,
alle lacrime calde di una madre lontana,
al cuore spossato dal troppo fumare,
al viola e il colore che dovrai presto cambiare,
Alla pioggia che gioca e mi fa compagnia
in questa notte di noia, alla melancolia
che sussurra e racconta e mi chiama follia
e a me,
brindo stasera.