Dentro una cassa o in un mobile d’ebano prezioso riporrò e conserverò gli abiti della mia vita. I vestiti azzurri. Poi, quelli rossi, i più belli di tutti. Quindi quelli gialli. E infine di nuovo quelli azzurri, ma assai più stinti quest’ultimi dei primi. Li conserverò devotamente e con molta pena. Quando mi vestirò di nero, e abiterò in una casa nera, dentro una stanza oscura, ogni tanto aprirò il mobile con gioia, con desiderio e con disperazione. Vedrò i vestiti e ricorderò la gran festa – che sarà definitivamente conclusa allora. Definitivamente conclusa. I mobili sparsi in disordine nelle sale. Piatti e bicchieri frantumati a terra. Tutte le candele consumate. Tutto il vino bevuto. Tutti gli ospiti andati. Qualcuno, stanco, se ne starà solo, come me, in una casa oscura – altri più stanchi saranno già a dormire.
[K. Kavafis]