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via villa trieste



il latrare di cani
annoiati
si perde nell’eco
ripetitivo
dei treni in corsa
che sferragliano oltre la siepe
e scorgo luci fioche
di finestrini in viaggio
e ombre sedute
su stoffe sfibrate dagli anni
testimoni
di incurie e dolori
e amori
fragili,
consumati in rantoli assenti.
Qui seduto
considero
quanto siano reali le distanze
nel profumo
della tua pelle che credo candida
ma non conosco
nelle strade
da camminare
che vedrò distanti
nel suono
di una voce smarrita nell’oblio
come il latrare dei cani
per il campo
come il sibilo di una corsa
mancata.

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