La poesia “Sulla strada del ritorno” è stata inserita in questa raccolta da poco pubblicata. Per ulteriori informazioni “rivolgetevi” a questi link : http://www.poesiaerivoluzione.it/order.php
Leave a CommentCategoria: Poeticherie
Ho svestito casa dei ricordi. Ammucchiati come panni sporchi, li ho messi dentro borse usa e getta. Ho lasciato casa, un’altra volta. E le mura…
1 CommentIl silenzio sale dalla strada e culla il cammino degli ultimi, in questa umida notte d’estate. Lo strimpellare di una chitarra scordata accompagna una voce roca.…
Leave a CommentLa realtà dell’altra persona non è in ciò che ti rivela, ma in ciò che non può rivelarti. Perciò se vuoi capirla, non ascoltare ciò…
Leave a CommentLa luce copre, nei riflessi, nei colori carichi di mistificazioni, nelle sfumature cangianti che ingannano gli occhi. L’ombra svela nel tono dei pensieri nell’inflessione…
Leave a CommentCi ameremo per sempre; eppure ho dimenticato il tuo nome nell’estate siderale di tanti anni a venire. Riflessi di luce aberrante deformano il mio volto…
Leave a CommentA mente aperta ed occhi chiusi andrò per la strada, e non cercherò nessun nome da trattenere fra le labbra, nè preghiere con cui sollevare…
Leave a CommentCi sono maschere che hanno storie da nascondere, altre coprono vicende da dimenticare, altre ancora indomite continuano la pantomima. Ci sono maschere che raccontano, altre…
Leave a CommentIl silenzio s’insinua, e copre i miei pensieri. Potessi trattenerlo tra le dita, proverei a sbriciolarlo, come da bambino facevo con le pannocchie. Vedere scivolare…
Leave a CommentQuesto scritto è per me, oggi.
Ho scollinato i ventisette da un bel po’, adesso saluto i trentatrè, e ho piegato chiodi arrugginiti e assi di legno fradicio.
Quando nacqui l’aria intorno era rarefatta.
Sarà retorica o sarà stato il caso, ma i blues mi presero presto grazie ad un cordone ombelicale troppo stretto alla gola. Il mio ingresso al mondo fu travagliato. Di quel giorno mia madre ha ricordo, e dolore, io posso soltanto scriverne.
Diventai cianotico e sulle parole della donna che m’ha dato la vita, nel ritornare al mattino di quel mercoledì assolato e in festa, gli occhi si illanguidiscono.
Iniziai fin da presto a soffrire di claustrofobia, a rifuggire i luoghi chiusi, fermi, le acque morte, le parole stantie, sterili. Le idee comprate al supermarket e rivendute di seconda mano a tutti quelli che pensieri non sanno d’avere. Ho iniziato fin da subito a tenermi dentro il coraggio della paura, del non farcela, di sbagliare, di riuscirci perfino.
Talvolta.
E così tante volte ho fallito, sbagliato, altre volte mi sono ritrovato per la giusta via. Forse poche, a dire il vero, ma in qualche modo ho sempre camminato.
A lungo, fino a strapparmi la pelle, ché la gente non sappia.
La suora che mi prese tra le braccia dopo il primo vagito disse a mia madre degli occhi di quella minuscola creatura sputata al mondo.
Erano malinconici.