I miei ricordi si perdono nel tempo,
dentro il rumore sordo di un bombardamento,
fuori fa freddo e soffia forte il vento.
Preso il tabacco dal taschino nonno fumava,
lì nella notte in compagnia di una candela
e una luce tremante seguiva mia madre che rammendava
i vestiti della domenica li svoltavamo
per una pura convenzione scenica
e ascoltavamo una lunga predica,
seduti e zitti ma solo di domenica.
Poi alla sera disegnavo il mondo su una tavola,
salivo sopra i tetti e come in una favola
guardavo oltre il fiume e le colline
cercando un po’ più in là.
So che i ricordi si dissolvono col tempo
come facce sfuocate dopo un combattimento,
sento più freddo in fondo all’anima
e fuori soffia il vento.
Non ho dimenticato le urla di dolore,
sono colpi di sciabola che lacerano il cuore,
le palle di cannone non servon per segnare,
ma come in questo caso possono cancellare
le nostre vite intere, le fragili chimere
protette solamente dai vestiti che la domenica
risvoltavamo per una pura convenzione scenica
e ascoltavamo una lunga predica
seduti e zitti, ma solo di domenica.
Poi alla sera disegnavo il mondo su una tavola,
salivo sopra i tetti e come in una favola
guardavo oltre il fiume e le colline cercando un po’ più in là,
più in là delle barriere, più in la di ogni potere,
più in là di ogni colore e di tutte le bandiere,
più in là di ogni valore, della tua religione
in cerca, anche per poco, del nostro dio minore.