Sua madre prega per lui invano, il padre solca acque gelate e saluta da lontano e i fratelli sfuggono allo sguardo non si sappia che il piccolo è un povero bastardo. La sua casa, un covo di spie, nasconde dentro le speranze, le illusioni, le follie di gente che va e viene di una donna che in fin dei conti non gli appartiene. Lo chiamano il folle in fondo alla strada, lo chiamano il folle dovunque vada. Violento, incostante e sbandato non conosce uomo che non l’abbia indicato e carcere che non l’abbia invitato, accolto, accudito, saziato, ingannato, ammazzato. Lo chiamano il folle in fondo alla strada, lo chiamano il folle dovunque vada. Vestiti di seta e unghia allo smalto capelli di vetro ed occhi dipinti colore cobalto, accenti forti e piedi storti sogni denudati e conti correnti scoperti e gli occhi, gli occhi aperti. Lo chiamano il folle in fondo alla strada, lo chiamano il folle dovunque vada.