Nel viaggio a ritroso di vive memorie
incontro i suoi occhi bambini
e li inseguo, stanchi, arrossati,
spenti dal fuoco
di un dolore grottesco a dirsi reale
con la voglia di schiudersi
ancora.
Li vedo, quegli occhi,
compiere voli tra le strade del mondo,
scansare passanti,
deviare ricordi e sconfitte,
li vedo, quegli occhi,
barcollanti d’amore,
puntare le stelle,
sorridere al tizio che ancora non sa,
che crede di essere in vita,
ma ogni giorno che passa gli muore
li vedo, quegli occhi,
ansanti di dire, d’andare
comunque, oltre ogni ragione
e poi,
svanita la notte,
li scorgo cadere
a rimettersi in piedi,
arrivando fin qui,
verso il giorno che vedo.