Ed erano giorni
stanchi al risveglio
con un velo d’uggia a coprire
le membra spossate
dal viaggio.
Ed erano giorni
e luci sussurrate nella penombra
di una vita abbozzata
per non dirsi distante;
battiti errati,
spazi erranti
e cammini ostinati
a scivolare su errori ripetuti;
ed erano giorni
a rincorrere voci spiegate nel tempo
a chiedere
e credere in un piccolo aiuto
per non dirsi sconfitte.
Ed erano giorni
andanti a ritroso
come un lento che perde ogni spunto
nell’eco svanita di passi
abbandonati
di una camera lasciata a marcire.
Ed erano giorni
in attesa
di nuove folate
a spostare le nuvole in fronte
e denudare
ancora
i suoi occhi.