Factotum – Charles Bukowski, 2017 – TEA – pp- 180 – € 10,00
Henry Chinaski è fuori dal giro, vuole esserlo. Sfugge al lavoro come vorrebbe farlo dalle piattole e il sudiciume che farciscono le sue giornate errabonde. Vuole così decisamente uscire fuori da una catena di montaggio mortale che schiaccia la libertà dell’essere umano da crearsene una inconsapevolmente più letale. Il suo ciclo vitale è solito, irrimediabilmente solido. Passa di città in città, di pensione in pensione, di bottiglia in bottiglia, di femmina in femmina, di tradimento in tradimento, di scommessa all’ultima corsa in vittoria in dirittura d’arrivo. Il suo clichè è una sconfitta quotidiana, che s’ostina a mascherare tra una sbronza e l’altra. Il suo rifuggire all’impiego lo rende ancor più schiavo d’un impiego necessario a continuare ad essere ciò che vuole essere. Uno sbandato sul filo della sbronza, sul filo inconsistente dell’oblio.