Il giro dell’oca •••
– Erri de Luca, 2018 – Feltrinelli – pp. 122 – € 13,00.
Erri de Luca è una maschera. Le sembianze del volto lo accomunano ai grandi personaggi dell’arte napoletana. Eduardo, Totò. È maschera di malinconia e solitaria riflessione, è maschera di scoperta. Ha mani grandi e forti De Luca, e con quelle scala vette e modella parole. Come in occasione di quest’ultimo libro. Un dialogo mancato, una paternità svanita. La proiezione di un assenza nella presenza continua di ciò che non è. L’immagine dei genitori che riempie gli angoli di una casa desolata e melanconica. Gli episodi del passato, Napoli, l’abbandono, l’amore per il mondo circense e Buster Keaton, la fatica esistenziale della scalata, l’ammirazione per Borges, il mondo così come viene percepito e restituito dallo scrittore napoletano. I suoi temi fondanti, in questa sorta di auto intervista effettuata tramite l’immaginario e surreale scambio di battute tra lui e il figlio mai avuto.
«L’opera d’arte perfetta si fa per i presenti, sul momento e sul posto, non per i posteri.»