Il suono della notte
– Gigi Borruso, 2017 – Pietro Vittorietti – pp. 181 – € 15,00.
La Natività di Caravaggio viene trafugata a Palermo. Mentre la città di notte dorme, come a lungo per le strade ha fatto e continua a fare, mentre un’ingarbugliata rete di trame fitte e difficili a dipanarsi scorre lungo il sotterraneo fiume del non detto. Borruso, attore e uomo di teatro, alla sua prima esperienza da romanziere, dipingendo alla maniera del grande e turbolento artista, riempie la tela della sua narrazione con chiari e scuri. I tratti delle figure appaiono sfuocati, sostenuti dal grigiore che ne delinea i contorni, nell’anima e nelle parole. Quelle parole vivide nella penna del narratore ma al contempo sospese, così come la vicenda. Oltre la dimensione della tela emerge la figura della giovane Rosuccia, che attraversa la vita, come dirà nella melanconica e commovente lettera conclusiva. La attraversa nonostante tutte le incongruenze che la vita stessa ci stende ai piedi, al dolore, allo strappo, alla partenza. E sullo sfondo, la vitalità del commissario Cacioppo fagocitata da disegni superiori, che ancora oggi soggiogano la splendida isola.