La morte felice •••
– Albert Camus, 2018 – Bompiani – pp. 176 – € 10,00.
Pasolini diceva che l’estrema libertà corrisponde ad un’estrema solitudine. Il protagonista di questo romanzo spinge la sua vita verso i lidi dell’asettico, cerca di creare attorno a sé una campana di vetro che lo renda immune alle emozioni responsabili, a suo dire, della consueta infelicità dell’anima. Non cerca la felicità, ma sa di doverla costruire dentro di sé, senza alcuna influenza dell’ambiente esterno. La storia ricostruita postuma, l’ultima, pur essendo la prima, della produzione di Camus sonda l’animo e la volontà solitaria di vivere per se stessi, così come morirne.
“Sa, un uomo si giudica sempre dall’equilibrio che sa realizzare tra i bisogni del suo corpo e le esigenze della sua mente” [p.38] … “Ci vuole tempo, per vivere. Come ogni opera d’arte, la vita esige che ci si rifletta.” [p.71] … “Nelle belle giornate – dice – se si dà fiducia alla vita la si costringe a impegnarsi” [p.91].