– Javier Cercas – Guanda – pp. 406 – € 17,50.
Detenere il passato per controllare il presente, perché il passato non passa mai, così come dice Faulkner e riprende Cercas. L’impostura, la menzogna, la frustrazione che assale nel momento in cui ci si rende conto d’essere stati marginali nel grande crogiolo della vita, d’esser stati meno di un inciampo. E allora la scrittura, non sulla carta bianca ma sul passato sbiadito di una memoria che non sa nè vuole ricordare e avere coscienza di sé. L’impostura meglio riesce là dove si è deboli nella capacità di scorgere la verità delle cose. Così come allora adesso, è facile essere impostori agli occhi di decine di creduloni. Qui, dentro questa surreale storia, Enric Marco riesce nel capolavoro letterario di riscrivere la propria esistenza, misera e modesta, rivestendola d’onore e coraggio, così da potersi mirare allo specchio per quello che non è. Nella speranza di non riconoscersi.