– Giuliano Gramigna, 2023 – Il ramo e la foglia edizioni – pp. 296 – € 17,00.
La rubrica “Avanscoperta” ospita il romanzo Marcel ritrovato di Giuliano Gramigna edito da Il ramo e la foglia edizioni. Più che un’avanscoperta, si tratta di una riscoperta per un libro pubblicato la prima volta nel 1969 da Rizzoli [vincitore del Premio Selezione Campiello e il Premio Campione d’Italia]. In questa nuova edizione la vicenda emerge dall’oblio dentro il quale troppo spesso meritevoli autori precipitano in un settore vorace che tende a triturare velocemente se stesso nell’illusione di alimentarsi.
Rientrare a Milano e fare il morto, almeno per un po’ di tempo. A Bruno piaceva poco viaggiare, specialmente per lavoro, e si staccava con fatica dalla sua città come del resto da ogni abitudine; ma un lungo viaggio era a sua volta una nuova abitudine, per uscire dalla quale e ritornare alle antiche occorreva uno sforzo di volontà. Eterno traumatizzato! Bruno carambola adagio adagio da una sponda all’altra, adagio ma abbastanza per. Uscito dalla stazione, subito a destra, il grattacielo della Pirelli e sul suo habitat ideale si era sovrapposta la Milano stercoraria, mille diecimila centomila ani che defecavano attività, fatturati, cedolari secche e non, impiego del tempo libero, pensierini sensati, manzoniani (cioè: in sul cantùn de via Mansoni).
Dal sito dell’editore riportiamo alcune considerazioni sul romanzo:
Scritto negli anni Sessanta, Marcel ritrovato è considerato il romanzo più bello di Giuliano Gramigna. Attraverso una raffinata struttura meta-narrativa, l’autore sviluppa un’ampia riflessione sulla scrittura letteraria (e sul senso ultimo del “fare il romanzo”), intrecciandola a una storia d’amore che si snoda tra Milano e Parigi: Bruno, scrittore dilettante, afflitto da una nevrosi di cui è pienamente cosciente, riceve dall’amata Roberta una strana richiesta: andare a Parigi alla ricerca del marito scomparso. Riuscirà il nostro eroe a trovare Marcello? Che china prenderà questa singolare inchiesta? Di particolare interesse è il fatto che, nel corso della narrazione, l’autore confessi via via – grazie ad accorgimenti paratestuali e grafici di grande originalità – di non riuscire a restare fuori dalla materia narrata, cosicché la distanza di sicurezza dal protagonista finirà col venir meno; tanto che si assisterà spesso, nella scrittura, a slittamenti dalla terza persona alla prima.
Il filo meta-narrativo s’intreccia dunque alla storia principale, facendo emergere gradualmente il problema dello statuto dei personaggi come altrettante proiezioni dell’autore, quasi fossero controfigure sorvegliate a vista dal suo occhio egemone. Ma non manca mai l’elemento ironico, che in qualche modo mitiga, anche al lettore, la sofferenza spesso causata dai ricordi del protagonista-autore.