L’ospite di “Cinque domande, uno stile” è Marino Magliani. Scrittore e traduttore, fresco d’ingresso nella dozzina finale del “Premio strega” 2022 con il romanzo “Il cannocchiale del tenente Dumont” (2021, L’orma). Figura dai molteplici interessi letterari, Magliani si cimenta anche nella Letteratura per bambini, nelle traduzioni (vive da tempo in Olanda) e non disdegna escursioni nel mondo del graphic novel (suo l’adattamento di “Sostiene Pereira” da Tabucchi con le illustrazioni di Marco D’Aponte per Tunuè). Tra le sue numerose produzioni ricordiamo “Quella notte a Dolcedo” (2008, Longanesi) e “Prima che te lo dicano altri” (2018, Chiarelettere).
Quando accade, quando un’idea, l’Idea, giunge e prende forma, si rappresenta nel suo immaginario, pronta ad essere modellata per diventare una storia, che sensazione si prova?
Non lo sappiamo mai, non io, l’attimo preciso in cui scatta l’elemento o si affaccia l’elemento scatenante, ci pensiamo ma non lo troviamo mai più quando è nato tutto. Almeno per me.
La consapevolezza che la parola appena scritta costituisca la conclusione di un racconto è evidente o necessaria?
No, la parola forse, ma la parola che deve bruciare, diceva mi pare Blanchot.
C’è stato, nel suo percorso di vita, netto e distinto, un momento di scelta in cui ha affermato a sé stesso “devo scrivere?”
Certo, quando ho scoperto, presto, che non sapevo far nulla, che facevo tutto, bracciante, manovale, scaricatore, mozzo, promotore, e il bisogno di descrivere a me stesso questa inadeguatezza, mi ha “fatto” scrivere e scoprire che forse con la scrittura un minimo di qualità c’era.
Lo stile è un passaggio che ciascun autore percorre, può in qualche modo divenire un vincolo?
Ci si lavora, alle costrizioni dello stile, sono cose che si dominano, o si percepisce di poterlo fare, e poi ci si convive con lo stile, come per un gusto di vestirsi e spogliarsi in quel modo.
In quale misura crede che la letteratura oggi riesca ad incidere nella società e con quale forza lo scrivere costituisca un gesto politico?
Si dice che non conti più nulla ma non è vero, la vita è ancora un racconto e la letteratura abbraccia, scrittori che leggono e lettori che scrivono o semplicemente lettori, e arriva quando la vita non basta.