Morte dell’inquisitore •••••
– Leonardo Sciascia, 1992 – Adelhpi – pp. 118 – € 12,00.
Narrativa che scollina sul versante del saggio storico. Amore per la ricerca, per l’inchiesta, per una verità difficile da far emergere, così come le vite segnate sulle pareti dello Steri le cui tracce riaffiorano casualmente tra una bestemmia e l’altra, tra un dolore e l’altro, numeri che nascondono esistenze, numeri che riempiono le pagine cariche di ignominia del Sant’Uffizio. Mano armata di un potere che nulla ha di religioso e che tutto ha, invece, conservato sulla diffidenza, sulla delazione, sulla prevaricazione, sulla menzogna. Sciascia indaga alla sua maniera, con lo sguardo rivolto al presente storico e la lente d’ingrandimento rivolta al passato. E fra Diego altri non è che un uomo, un uomo che pone il dubbio sul dogma, sul potere costituito, che s’interroga e interroga, non accettando verità rivelate che possano sottomettere la libertà degli uomini. Fra Diego è un uomo libero, e come tale soccombe.