Taglienti aculei
mordono
graffiano
spezzano,
e segnano immobili il passo
sono cammini d’altrove
voci perdute
che giungono a me senza nome
non c’è musica nel loro parlare
lamenti d’assenze e lividi negli occhi,
rabbia di essere alterni ai giochi del passato,
memorie a singhiozzo
e lacrime calde
che versano Dolore
su impronte incapaci di lasciarli andare.
E sono prigioni lunghe tutta una vita.