Resistere non serve a niente •••••
– Walter Siti, 2012 – Rizzoli – pp. 320 – € 17,00.
Dove il reale si fa finzione e la finzione si veste di realtà. La letteratura disvela, e a poco serve simulare nomi e volti, quando la realtà nel suo essere così nudo e putrido viene fuori. La convergenza di interessi che schiaccia le singole quotidianità ignare. Eppure quegli interessi convergenti sono anch’essi prodotto dell’azione di singole individualità più consapevoli ma non per questo così distanti dal proscenio e dalle regole della messa in scena. Melodrammatica, comunque.
Chapeau.
«La democrazia è il dio morto della modernità che sopravvive come idolo di cartapesta; la balbuzie dei politologi tradisce l’imbarazzo per un rito funebre che non si può celebrare – per questo si aggrappano agli ultimi fuochi di democrazia insurrezionale, nelle zone del sottosviluppo o nel cuore delle nostre metropoli; ma la democrazia non può essere (non più) un poema di massa.»
«L’umanità non vuole accettare quel che lei stessa ha scoperto: che la vita non dipende dall’amore, che i sentimenti sono essudati della biologia, che l’individuo non è più laboratorio di nulla e che il mercato è in grado di fornire l’intero kit per un’individualità fai-da-te. I regolatori del nuovo equilibrio dovranno sapere che la virtualità è l’oppio dei popoli e la psicologia un placebo; che l’epopea del singolo è finita e d’ora in poi avranno a che fare con organismi collettivi, colonie tipo i coralli o le spugne, compattati dalla scienza come nell’alto medioevo li compattava la religione.»