Ho indossato le scarpe
di un distratto padrone,
le ho calzate per bene,
di un leggero rancore
e ho cucito le suole
nelle notti di stanca,
quando langue l’amore,
quando la nave arranca.
Brandelli di sangue,
battezzati nell’alba,
hanno urlato e sorriso,
nascosto e fuggito
un dolore preciso.
Così, strette al respiro
del mio breve cammino,
quelle scarpe abusate
dall’amaro viaggiare,
m’hanno spinto lontano,
oltre il solco distante
dell’intimo pianto
di una marcia dolente.