In una piccola città al confine tra la Cina e il Tibet s’è appena concluso l’anno della scrofa.
Come ogni anno, anche questo, s’è portato via profumi, voci, respiri mozzati, ha rallentato battiti e cancellato speranze.
Come ogni anno, quello che verrà, porterà nuovi profumi, voci, respiri da mozzare e battiti veloci e rinnovate speranze.
I miei auguri sono per tutti quelli che Non mi hanno taggato in stupide foto con tappi esplosivi, per quelli che Non m’hanno inviato sms riciclati, per tutti quelli che non hanno fatto della menzogna una ragione di vita, per quelli che hanno sorriso al mio sorridere, per tutti quelli che hanno condiviso un cammino, uno qualsiasi, senza l’angoscia pressante di raggiungere una meta. Per quelli, insomma, che hanno viaggiato per il semplice gusto del viaggio.
I miei auguri sono per quelli che mantengono intatto l’incanto delle cose, pur sapendo che la merda ci circonda, e contrastano, e cambiano.
Per quelli che rintuzzano il camino prima che il gelo ci prenda, per quelli che hanno carte e sorprese da mostrare, per quelli che bevono chè non hanno altro da fare, per quelli che leggono, scrivono perchè nulla di meglio saprebbero fare. Per tutti quelli che credono in una produzione diversa dall’utile, per quelli che vedono, e vogliono altro. Auguri di un nuovo anno diverso, perchè migliore non saprei dire.