A sud
si prega con sussurri legati, esile filo di speranza,
ché il rantolo sordo annerisce le vesti
mentre il peso dell’anima si sgrava di un corpo.
A sud
si piange cantando e le voci salgono al cielo ordinando un caffè,
mentre i panni si tendono a carpire le storie di vicini traditi
sbadati al passaggio degli occhi, distratti nel lasciare ricordi
e nudi di notte a raccontarsi sconfitte.
A sud
mescoliamo colori per scaldarci le mani e i sapori impastiamo
mentre il sole ci invita all’amaro banchetto
e piegati lo sguardo e la schiena,
sull’asfalto tremante che stride al passaggio,
stropicciamo la vita.
‘nca… stropicciamo, ca ma ffari?
carissima Maria, Edmond ritornerà, un giorno, e si raccomanda calorosamente: “non lavorare troppo e mancia!”