Credevano di essere degli dei, loro. Credevano che tutto gli fosse concesso. E non facevano altro che atteggiarsi. Mossettine e pettinature da idioti. Questo riuscivano a mettere insieme e null’altro. Eppure inchiostri a palate su quel gruppo, sulle rinnovate, sperimentali e ardite rivoluzioni sonore e cazzate d’altro tipo, questo scrivevano. Senza nessuno che fosse in grado di rendersi conto della verità.
Sono i giornali che costruiscono i fenomeni.
Ve lo dico io.
Sono i giornali che imbastiscono crisi economiche, e mettono in piedi governi fantoccio, e organizzano guerre lampo da sbattere in prima pagina e nascondono stragi e mostrano le loro interessate verità. I giornali e chi gli sta dietro a tessere le fila delle nostre quotidiane esistenze. Sono i giornali che pompavano quel gruppo e lo innalzavano a faro delle nuove generazioni.
E poi mi chiamavano musica quella roba là?
Dio santo!