Il viaggio di perdizione da un paesino siciliano fino a Milano fatto dal giovane Enzo, che arriva a un tale stato di degrado da conoscere la miseria dei marciapiedi, le perversioni di un universo di tossici a cui si lega in modo indissolubile, l’illusorietà di un facile successo da Dj che lo immerge per un certo periodo in un delirio di onnipotenza, schiavo della droga e disperatamente perduto alla società “normale”. È la parabola del protagonista del romanzo Keep yourself alive (Lupo editore, pagg. 144, € 13,00) con cui l’autore Massimiliano Cittàconcorre alla seconda edizione del premio letterario “Torre dell’Orologio” di Sicuiliana:Fattitaliani lo ha intervistato.
Data la sua passione e competenza musicale, quanto c’entrano i Queen nella scelta del titolo?
Il titolo del romanzo prende in prestito una canzone dei Queen. Un connubio tra i suoni della mia adolescenza e il messaggio stesso che sottostà alla scrittura. Mantieniti vivo come una canzone. C’era infatti in me, all’epoca della stesura della storia di Enzo, l’idea di uno stile musicale. Fluido, in cui la narrazione avvenisse per sensazioni e non concetti ben definiti.