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Tag: funambolo

Il funambolo


(Illustrazione realizzata da Anna di Buono)

Non ci sono angeli a raccogliermi qui in giro. Eppure Mikael mi diceva che in qualche modo sarebbero giunti a sollevarmi da terra senza ch’io potessi accorgermene, ecco perché si parlava di angeli e non di esseri umani, perché ci sono ma non li vedi né li senti.
Aveva una voce profonda, e spesso, nel corso delle sue narrazioni bizzarre dava l’impressione che le parole date al mondo con una lentezza irritante, provenissero da molto lontano. Ma lo avevi lì davanti a te, a qualche passo, con una luce particolare negli occhi che si spegneva nel candore della barba folta e il suo ampio gesticolare che accompagnava la narrazione. Qualcuno accennava a prenderlo in giro, chiamandolo babbo natale, ma nessuno in fondo aveva il coraggio di pararselo di fronte. Talvolta i suoi scatti furenti ammutolivano la gente entro un raggio di centinaia di metri. Si diceva in giro che nella sua piena vigoria di gioventù ebbe a che fare con una ventina di tipi sbronzi freschi di taverna che per gioco iniziarono a puntarlo con epiteti violenti fino a colpirlo tutt’insieme. Si narra che nessuno di quelli tornò a casa sulle proprie gambe.
Aveva una forza incredibile a dirsi, e si sussurrava possedesse la coda, ma io l’ho visto senza costume e non m’è parso di scorgere nessuna coda, o altra roba del genere.
Mi adottò come un figlio dopo che di mia madre si perse ogni traccia, e sotto la sua ombra sono cresciuto. Io esile, fragile e piccolo, lui imponente e roboante in ogni gesto.

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