Quando il tassista si ferma, soddisfatto, davanti ad una parruccheria per uomo ti chiedi perché, sopratutto se ti sei sparato due ore di volo a zonzo per l’Europa, due di autobus sulle scorrevoli autostrade dei paesi bassi, e principalmente se al posto del coiffeur pensi di trovarci l’ostello che avevi prenotato.
Eppure l’indirizzo corrisponde, e così la via (dal nome impronunciabile).
Dunque il viaggiatore scende col suo carico di zavorra pesante. E, perpelsso, scruta attorno.
Non sembra essere cambiato molto dall’ultima volta.
Il freddo pungente (era d’ottobre, è di giugno), il Susie Saloon pieno di gente d’ogni tipo, le paperette che scivolano seguendo la corrente lenta del canale, e dall’altra parte del ponticello gli avventori che bivaccano davanti al greenhouse.
Un film già visto.