Tu, sanguinosa infanzia – Michele Mari, 2009 – Einaudi – pp. 134 – € 13,00.
Undici racconti, undici storie in cui l’inconfondibile voce di Mari si diverte con dissacrante umorismo a tracciare un percorso di memoria smarrito, strappato dal tempo in maniera violenta. Ferite e sangue ci lascia in eredità la vita nel momento in cui s’impossessa definitivamente dell’età più dolce, più vera. La testimonianza quasi ossessiva di un’infanzia privata che nulla ha a che vedere con gli altri e che per nulla potrebbe essere condivisa e compresa. Il feticismo che viene riversato nel rapporto morboso con i suoi giornaletti, e poi i giocattoli e i canti della memoria, di un’appartenenza che si rinsalda in quei pochi anni, ancora acerbi. E le paure, le ombre che mutano nei volti cangianti delle narrazioni o delle figure che lo hanno accompagnato. E il gioiello, purissimo. «Otto scrittori», in cui l’autore conversa con otto grandi del passato, Melville, Verne, Defoe, Poe, Stevenson, Conrad, London e Salgari, riportandoceli agli occhi in dialoghi surreali, in quel singolare gioco della torre alla fine del quale ne resterà soltanto uno, quando l’infanzia sarà del tutto svanita.