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Vuoto e silenzio



Freddo nel mattino che rincorre e apre gli occhi,
freddo nello stridere di un suono battezzato sveglia
che senza alcuna fantasia ripete, e ripete e ripete
e la mano s’alza nel vuoto e cade in silenzio a colpire,
pesante come niente
e ferite da lavare.
Freddo di porticati scoperti e cassonetti rovistati al fondo,
freddo nei riflessi mancati di un orizzonte vicino
e urla abbandonate nel vuoto e silenzi duri come pietre,
pesanti come niente
e ferite di sale.
Freddo di scambi sudati al mercato che sanno di vetro,
freddo nel ricordo del focolare svanito in un gesto
e urla scivolate nel vuoto e silenzi oltre la balaustra,
pesante come niente
e ferite di sangue.

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